ma Bookseer funziona?

Qualche tempo fa ho trovato su una rivista la segnalazione di un sito, Bookseer, con la funzione di amico libraio virtuale.
Sulla pagina iniziale, immancabilmente un po’ retrò,  si può inserire il titolo dell’ultimo libro letto che ci è piaciuto e ottenere un elenco di titoli consigliati.

Ovviamente ho provato subito, per mettere subdolamente alla prova la forza nascosta di un algoritmo e l’accuratezza di un database.
Anzi, di ben tre database, dal momento che Bookseer si avvale delle statistiche di Amazon, BookArmy e LibraryThing, e funziona solo con i libri pubblicati in inglese.
Ho deciso di usare come libro di partenza per la ricerca Estensione del dominio della lotta di Michel Houellebecq, ed è così che ho scoperto che non solo in Italia vengono fuori traduzioni scellerate di titoli di libri o di film. Un titolo così significativo nella traduzione inglese è diventato Whatever. Davvero non so quale sfumatura semantica possa mai giustificare una tale perdita di personalità.
(E Houellebecq? perchè non si è ribellato?)

I libri che mi ha consigliato Bookseer in effetti erano talmente disparati ed eterogenei che si può tranquillamente dire che ce n’è per tutti i gusti. E non potrebbe essere altrimenti, visto che il criterio usato per la ricerca risiede negli acquisti online dei lettori di Whatever di Houellebecq. Da L’educazione sentimentale di Flaubert (non sono mai riuscita a finirlo e soprattutto non amo affatto Flaubert) a La ragazza che giocava col fuoco di Stieg Larsson.

Un paio di titoli però mi hanno incuriosito: London fields di Martin Amis e Il maestro di Pietroburgo di J.M. Coetzee, due autori di cui non avevo mai letto niente. Uno sguardo alle trame e la scelta è stata quasi obbligata: mi sarei mai potuta perdere un libro su Dostoevskij?
Finito di leggere il libro di Coetzee (ma prima o poi leggerò anche Amis) mi sono chiesta di nuovo cosa accomuni lui e Houellebecq nelle scelte dei lettori. Soprattutto nel caso di due libri dai temi così diversi: la vita faticosa e dolente di un giovane impiegato francese contemporaneo in Estensione del dominio della lotta e un tragico episodio della vita del grande scrittore russo che svela qualcosa della sua personalità e della genesi della sua scrittura in Il maestro di Pietroburgo.

Mi pare che le affinità maggiori tra i due libri siano in alcuni sentimenti comuni: la difficoltà e il male di vivere dei personaggi, in età diverse della propria vita e della storia, e una certa autocompiaciuta sincerità nel mettere a nudo l’anima contraddittoria e un po’ maudit dello scrittore. Ma quante altre opere letterarie sono pervase da questi sentimenti? E non sono sentimenti piuttosto intrinseci in tutte le scritture?

Tornando a Bookseer la mia valutazione è abbastanza positiva: ho letto un libro interessante di cui non avevo mai sentito parlare e preso in considerazione due scrittori che non avevo mai letto.
Potere dell’algoritmo, degli acquisti online degli altri lettori (in fondo sono loro i veri librai virtuali) e dei database, o forse solo del caso.